Brand e strategia video

8 Maggio 2023

I contenuti video sono l’esempio perfetto di come mettere in pratica il mantra “Show, don’t tell”. Scopriamo come strutturare una vera e propria strategia per produrre video non solo interessanti, ma anche utili al tuo brand.

 

L’ingrediente speciale nella ricetta del tuo brand

L’avrai sentito dire migliaia di volte: i video sono il contenuto che funziona meglio, soprattutto quando si parla di social. Il motivo è semplice: un video riesce a dare informazioni e trasmettere emozioni in modo immediato. Non per niente stiamo parlando del contenuto che più ci avvicina al magico mondo del cinema e che, proprio come un film, richiede di rispettare regole, codici e un certo ritmo per poter tenere il pubblico incollato allo schermo fino “ai titoli di coda”.
Sì, il video è l’ingrediente speciale nella ricetta della comunicazione di qualsiasi brand: vediamo come utilizzarlo!

Perché definire una strategia video

Punto di partenza importante e doveroso: non basta “creare video” per ricevere applausi, condivisioni e nuovi contatti di potenziali clienti. Prima serve sapere:
qual è il nostro obiettivo:

  • quali sono le persone a cui vogliamo parlare;
  • quali emozioni vogliamo collegare al nostro messaggio;
  • cosa ci aspettiamo che le persone facciano dopo aver visto il nostro video.

In breve: serve una strategia!

Tracciamo il Customer Journey con le tappe che vogliamo il nostro pubblico percorra: in una prima fase di scoperta dovremo lavorare sulla curiosità, su bisogni e aspirazioni. Poi, daremo più dettagli e “aumenteremo la temperatura”, fino ad arrivare alla fase in cui il pubblico incuriosito, interessato e, magari, anche già innamorato del nostro brand, finalmente clicca sulla CTA (e ci contatta, acquista il nostro prodotto, attiva un abbonamento, ecc.).

Dove verrà visto?

La strategia ci darà molte risposte: i video per il mondo digital devono prevedere anche un formato verticale, oltre che orizzontale, e un timing specifico (la soglia di attenzione è bassissima!). Se si tratta di spazi pubblicitari OOH (Out-of-Home, la pubblicità in spazi esterni come cartelloni pubblicitari, pensiline, ecc.), è utile sapere anche dove saranno trasmessi e in quali fasce orarie.

La misurazione dei risultati

Non c’è strategia senza misurazione e, per quanto riguarda i video, conta la durata delle visualizzazioni (= per quanto tempo abbiamo saputo catturare e mantenere l’attenzione), il numero delle visualizzazioni oltre la soglia dei primi secondi, il numero delle persone che, dopo l’”esposizione” al video, si sono avvicinate al nostro brand (follow, subscribe, visit: forme diverse di conversione!).

Da questi dati, poi, sapremo progettare nuovi video sempre più efficaci.

Aaazione! La creazione vera e propria dei video

Pianificare & organizzare

Anche la creazione vera e propria dei video è un lavoro che richiede pianificazione.
Il primo step è lo storyboard: questa è la fase in cui si decide la scansione delle scene, il tipo di ripresa, quale tappeto sonoro prevedere, se ci sarà voiceover oppure no, ecc.
Ecco una delle tavole dello storyboard realizzato per il MUSE di Trento.

Riesci già ad immaginarti il video, vero? Ora guarda il risultato finale:

 

 

Se giriamo il video fuori studio, prevediamo almeno un sopralluogo iniziale e uno tecnico, per definire al meglio le luci, gli spostamenti e i punti di ripresa. È quello che abbiamo fatto per Pastorello Garage, quando abbiamo sfruttato le foto del primo sopralluogo come base per la storyboard:

Ed ecco il video finito (riconosci le singole scene?):

 

Ci sono video, poi, che hanno come scopo quello di definire il mood di un brand, all’interno del quale anche il suo pubblico si può riconoscere. Non servono parole, basta il movimento, l’ambiente giusto e la musica grintosa quanto basta per accendere la curiosità. In questo caso, ovviamente, lo storyboard non è disegnato, ma è un’idea che si realizza insieme ai protagonisti del video.

 

Non sempre le persone che compariranno nei nostri video sono abituate a parlare davanti a un obiettivo. Il nostro compito, in questo caso, è prendercene cura: metterle a proprio agio, fare un po’ di prove “di riscaldamento”, dare indicazioni e consigli per sfruttare al meglio la luce e le diverse inquadrature. Se non si tratta di semplici comparse ma di interventi veri e propri che richiedono un parlato, allora sarà utile inserire nella lista dell’attrezzatura da portare anche un teleprompter (quello che in TV chiamavano “gobbo”). Un esempio? I video di formazione realizzati per la forza vendita di Cova Cucine.

 

Ve l’abbiamo detto, vero, che per creare un video ci vogliono le stesse cose che servono per girare un film? E quasi un film è quello che si può creare per presentare un’iniziativa museale (in questo caso, l’esperienza VR 360° del museo delle macchine da scrivere Peter Mittelhofer che abbiamo realizzato con Machineria.

 

Quando il nostro brand non ha un prodotto “tangibile”, o quando abbiamo bisogno di trasmettere un’idea, una sensazione, un’emozione senza per forza avere qualcosa da mostrare, possiamo evitare la creazione di video a partire da riprese e puntare sull’animazione. Nel caso di Pisoni Music, marchio storico del mondo musicale ma conosciuto solamente dagli addetti ai lavori, l’obiettivo era presentare una linea completamente nuova di prodotti: le ance per gli strumenti musicali a fiato, che ora affiancano la linea principale (i cuscinetti montati sotto i tasti di sax e clarinetti). Come raccontarlo, se non trasformando la musica in colori e suggestioni dalle forme evocative di questi prodotti?

I video sono un lavoro di squadra

Esattamente come i film, anche i video sono il risultato di un lavoro di squadra. In questo caso, si tratta di un team esteso, tra strategist, storyteller, video maker e illustrator, e che coinvolge direttamente anche il cliente. C’è un solo protagonista scritturato: il Brand.